OLFATTO: Le specie predatrici quale il siluro reagiscono ad una vasta gamma di prodotti chimici che vengono emessi dalla potenziale preda, la maggior parte di essi è composta di amminoacidi e l’altro materiale organico, quale betanina, nucleotidi e nucleosidi. C’è inoltre prova che il trifosfato d’adenosina, comunemente abbreviato con la sigla ATP, trasportato dall’acqua può stimolare il comportamento alimentare del siluro.
Fondamentalmente l’ATP è un prodotto chimico prodotto dalle cellule, ed è usato da esse nel corso della respirazione cellulare, per trasferire l’energia, proveniente dalle sostanze energetiche (come gli zuccheri disciolti nel sangue, ottenuti da un alimento digerito), ai processi che richiedono energia per la vita della cellula. L’ATP è un composto molto instabile ed è soggetto a rapido decadimento e mutamento, suddividendosi spontaneamente in altri prodotti chimici come l’ADP e l’AMP. Di conseguenza l’ATP disciolto nell’acqua, indicherebbe ai siluri, la presenza di tessuto recentemente danneggiato (pesce ferito), segnalando un pasto facile; mentre la presenza dell’ADP e dell’AMP nell’acqua segnalerebbe pesce malato o un alimento gia in decomposizione.
Il siluro può dunque rilevare le concentrazioni relative degli stimoli chimici, questo permette loro di trovare la fonte di un odore in acqua tranquilla, nuotando in direzione opposta al gradiente di concentrazione; al contrario, in acqua corrente, trovare la fonte di un odore è stranamente più facile, poiché il siluro deve nuotare sempre e solo verso monte, fino a trovare la fonte dello stimolo. Il siluro ha due paia di narici sulla superficie dorsale della testa.
L’acqua entra dentro la narice e passa sopra l’epitelio olfattivo che individua gli stimoli chimici e comunica le informazioni attraverso il nervo olfattivo al cervello, in cui le informazioni “sono analizzate, ed elaborate”, associando il prodotto chimico percepito con un ben determinato alimento; in questo caso il siluro seguirà la traccia olfattiva fino alla fonte del prodotto chimico.
E’ chiaro che in acqua come in aria, sono presenti un numero enorme di segnali chimici, alcuni possono stimolatore i siluri a livello alimentare, come i rilasci chimici di un alimento, altri possono essere non-stimolatori, ossia sostanze di decomposizione organica, inquinamento, ecc. Il siluro analizza questi stimoli tutto il tempo, ma in modo subcosciente, è soltanto quando il cervello collega ad uno stimolo chimico specifico un alimento, che avviene l’azione; anche negli esseri umani è così, gli odori dispersi nel nostro ambiente (aria), sono analizzati continuamente, ma non siamo informati sulla loro presenza, finché il cervello non riconosce un odore, per esempio possiamo camminare lungo una strada, subcoscientemente il cervello analizza i dati che arrivano dalle narici, senza indicarci però nessuna elaborazione di questi, ma ad un certo punto si “sente l’odore di pesce e patatine fritte”: il nostro cervello ha riconosciuto l’odore e che ci indica chiaramente che ci devono essere pesce e patatine fritte non lontano da noi, la concentrazione “dell’odore” ci dirà quanto vicino siamo alla fonte.
GUSTO: L’organo principale del sistema gustativo, sono i bottoni gustativi. Diverso degli esseri umani, che hanno papille gustative soltanto sulla lingua, il siluro ha questi bottoni sia sui barbigli, sia intorno alla bocca. I bottoni gustativi esterni lavorano assieme al sistema olfattivo (ricevitore di dati a lunga distanza).
Una volta che è stato individuata la fonte del rilascio chimico, ed essa è risultata essere fonte alimentare, questa è analizzata dal punto di vista della qualità dai bottoni gustativi. Avendo questi bottoni gustativi sulla parte esterna della bocca e sui barbigli, il siluro può realmente assaggiare l’alimento, prima di consumarlo. Ciò è di notevole aiuto, particolarmente nelle situazioni di scarsa visibilità dovuta a luce fievole; i segnali chimici captati dal sistema olfattivo potrebbero indicare che c’è una preda nella zona, ma la qualità dell’alimento può essere scarsa, questo sarà constatato dagli organi esterni di gusto.
E’ noto che ogni specie di pesce preda, ha un odore ed un gusto un po’ differente, ed alcuni possono essere più graditi al siluro, piuttosto che altri; per esempio una sandra potrebbe avere un odore e un gusto che attiva l’attacco da parte del predatore, mentre se il siluro fosse stato in passato danneggiato dalle spine della sandra, la sua individuazione non darebbe luogo all’attacco: ciò, naturalmente, presuppone che il siluro sia capace di ricordare! Essendo un piscivoro (il siluro è al 95% ittiofago) il siluro reagisce probabilmente di più a stimoli olfattivi e gustativi, prodotti da sostanze che contengano carne o pesce, piuttosto che da sostanze vegetali.
Si deve fare attenzione quando artificialmente si aumenta l’odore ed il gusto di un’esca, in quanto l’uso d’amminoacidi “naturali”, lipidi, ecc. o altri prodotti chimici “artificiali”, potrebbero temporaneamente sovraccaricare i chemiorecettori del siluro, la conseguenza di questo potrebbe essere che i siluri non trovino la vostra esca, a causa dell’inquinamento di “sapore” prodotto, esso potrebbe essere così forte che ogni cosa nella zona intorno all’esca, abbia l’odore di un potenziale alimento.
Vi accorgerete di aver messo insaporitori in eccedenza sull’esca, solo se cominciate ad ottenere risultati, dopo che la vostra esca sia rimasta nell’acqua per un lungo tempo, e si sia slavata dagli odori in eccesso. Il siluro è inoltre sensibile alle secrezioni emesse dai pesci preda, come l’urina, gli escrementi e altre sostanze chimiche (come gli ormoni); un pesce preda che è “stressato” espellerà più secrezioni, che un pesce non “stressato”, di norma i pesci sotto stress sono feriti, deboli o malati e sono di conseguenza una facile preda.
Quindi si può affermare che un’esca mantenuta per lungo tempo, in una sacca di mantenimento (vive, cesti per lavatrice, retine), espelle, perciò consuma, molte secrezioni, in questo modo quando sarà ora di usarla com’esca, essa sarà molto meno efficace, perché chimicamente meno attrattiva. Da ciò si deduce che l’attrazione massima di un’esca, si avrà solo se essa è pescata in prossimità del luogo in cui sarà usata come tale, in modo che possa rilasciare le secrezioni dovute allo stress, nelle immediate vicinanze in cui caliamo le nostre insidie.
UDITO: Il siluro può anche rilevare la preda potenziale dalla ricezione sonora. Ci sono due tipi di ricezioni sonore:
1) spostamento delle particelle d’acqua – vibrazioni causate tramite il movimento avanti e indietro delle molecole d’acqua.
2) pressione sonora, prodotta dalle onde sonore.
Il siluro può individuare la preda “dal suo movimento”, captando lo spostamento delle particelle d’acqua causato dal nuoto irregolare di pesci feriti o malati. Lo spostamento delle particelle d’acqua è captato dalla linea laterale del pesce, costituita da micro-pori, che collegano l’ambiente esterno ad un canale sottocutaneo, situato proprio sotto questa linea di pori. All’interno di questo canale ci sono particolari sensori, chiamati neuromasti, che sono cellule sensoriali che si trovano sia nella linea laterale, sia nell’orecchio interno; all’interno di questi neuromasti ci sono un certo numero di cellule cigliate mobili, ricoperte da una sostanza gelatinosa
PRESSIONE SONORA: Questo movimento di molecole d’acqua è percepito dalle cellule cigliate mobili, se le vibrazioni del movimento della preda stanno venendo dalla destra del siluro, le cellule cigliate della parte di destra si muoveranno di più delle cellule della parte sinistra del predatore: in questo modo il siluro capisce da quale direzione provengono le vibrazioni. Quando il siluro “richiamato” da queste vibrazioni è sufficientemente vicino alla loro fonte, le vibrazioni saranno captate, e maggiormente codificate, dai barbigli. E’ chiaro che la dispersione di vibrazioni, fatta da un pesce ferito o malato e la dispersione prodotta da un pesce-esca troppo vivace, possono risultare completamente differenti, e perciò anomale; quando usiamo un’esca fresca, essa diverrà migliore solo dopo che alcune ore “di funzionamento”, quando sarà “stressata”, ed i relativi movimenti saranno più difettosi. Per l’attacco finale, il siluro userà tutti i suoi sensi unitamente, per individuare la preda e attaccarla, senza possibilità di scampo per essa.